Vi definireste più propensi a scattare e correre velocissimi oppure a mantenere un ritmo costante sulle lunghe distanze?
In entrambi i casi sareste degli efficienti corridori, eppure l’allenamento per raggiungere l’obiettivo nelle due condizioni implicherebbe esercizi differenti e specifici.
Lo stesso vale per il cervello quando deve svolgere un compito.
Essere veloci e scattanti o moderati e costanti richiede che ci sia, alla base di tutto, una buona capacità di attenzione.
L'attenzione è definita come una funzione cognitiva ‘trasversale’ perché si attiva ogni volta che siamo impegnati in un’attività. Tuttavia, la modalità con cui l’attenzione a nostra disposizione viene utilizzata varia a seconda dello scopo che ci prefissiamo di raggiungere.
Proprio come nel caso di un centometrista, alcune situazioni richiedono un’attenzione scattante, efficiente, in grado di produrre una risposta rapida e di discriminare velocemente gli stimoli presenti nell’ambiente (pensiamo ad esempio quando siamo alla guida in automobile o dobbiamo decidere rapidamente).
Al contrario, altre circostanze richiedono un atteggiamento più da maratoneti (ad esempio quando leggiamo un testo che ci interessa memorizzare). L’attenzione deve avere ritmi più lenti e tempi più lunghi, che possano consentire una maggior concentrazione ed evitare eventuali distrazioni e interferenze.
Nel primo caso, serve allenare i tempi di reazione e la modalità ‘selettiva’ dell’attenzione, migliorando così la reattività generale della mente che diventa più rapida ed efficiente.
Nel secondo caso, invece, si svolgono esercizi per rinforzare la componente dell’attenzione definita ‘sostenuta’, che consente di rimanere vigili e concentrati per tempi più prolungati.
L’importanza di mantenere allenata l’attenzione nelle sue varie modalità di funzionamento diventa ancor più evidente quando pensiamo a cosa succede nei casi in cui i meccanismi ‘si inceppano’. Ecco che, ad esempio, se la mente si distrae mentre qualcuno ci parla, diventa complicato ricordare ciò che ha detto; oppure che, quando siamo sovrappensiero, è più probabile che si verifichi una dimenticanza (es. ‘avrò chiuso la macchina?’ ‘Cosa sono venuto a prendere in questa stanza?’).
Che il nostro obiettivo sia quello del centometrista oppure del maratoneta, conoscere come funziona la nostra attenzione è fondamentale per poter aumentare il senso di padronanza nelle situazioni quotidiane. Ed è proprio ciò che fa la Ginnastica Mentale®: allena e potenzia entrambi i processi dell’attenzione.
Dott.ssa Nicoletta Porcu - psicologa, psicoterapeuta e Brain Trainer Assomensana a Lodi e Piacenza