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Quante parole usiamo per dire neve?

Quante parole usiamo per dire neve?


Pubblicato il 16/11/2024

Riprendo le fila del magistrale articolo “Più sono meglio è” di Nicoletta Porcu sui vantaggi di avere un ricco vocabolario (magazzino lessicale) per esprimere al meglio idee, emozioni e stati d’animo, vorrei dare qualche suggerimento pratico su come ampliare il proprio vocabolario a chi non frequenta i corsi di Ginnastica Mentale® di Assomensana.

I nostri corsisti sono costantemente stimolati a fare esercizi per incrementare il proprio bagaglio lessicale e rendere più efficiente il meccanismo del “piglio”, ossia la capacità di prendere senza esitazione la parola che serve riducendo la frequenza di quel fastidioso fenomeno della “parola sulla punta della lingua”.

Innanzitutto, dobbiamo sapere che le parole che conosciamo sono molto di più di quelle che utilizziamo.

Secondo quanto riportato sul sito di Wikipedia (www.wikipedia.org) le parole della lingua italiana che riusciremmo a esprimere sono circa 2 milioni, mentre secondo gli esperti della Treccani (www.treccani.it) le parole italiane sono circa 430 mila.

Nonostante questa ricchezza lessicale, una persona media conosce il significato di circa 10 mila parole ma ne utilizza meno di mille!

Riconosciamo molte delle parole che ascoltiamo ma ci abituiamo a utilizzare solo un novero di qualche centinaia di termini. Insomma, utilizziamo sempre le stesse parole.

Ma quali sono i trucchi per arricchire il vocabolario?

Per acquisire nuove parole e fare emergere quelle che conosciamo ma che non utilizziamo propongo di fare 3 esercizi:

1. scrivere per due giorni, almeno 10 minuti al dì, tutte le parole che iniziano con una lettera dell’alfabeto, iniziando i primi due giorni dalla lettera A e man mano proseguire in ordine fino alla Z. Dopo aver scritto le prime 15-20 parole, le più comuni che utilizziamo più frequentemente, inizieremo a notare che emergono altre parole di cui quasi ci stupiamo di averle rievocate, sono quelle che fanno parte del nostro vocabolario ma che utilizziamo poco. Portandole alla luce avremo maggiore probabilità di utilizzarle in seguito mentre parliamo.

Il tempo stimato per completare il giro dell’alfabeto è di 42 giorni, un bell’allenamento, vero?

2. Ogni giorno prendiamo una parola a caso e troviamo 3 sinonimi e 3 contrari. Se non conosciamo la parola cerchiamo il significato sul vocabolario e poi svolgiamo l’esercizio. Quanto più siamo in grado di sostituire un termine con un altro, tanto più ricco e articolato sarà il nostro eloquio e tanto più approfondita sarà la nostra esposizione.

Un esempio pratico ci viene dagli eschimesi che si dice abbiano una dozzina di parole diverse per indicare la neve. Un conto è dire ‘neve’, noi capiamo benissimo di cosa stiamo parlando. Per noi la neve è quella e basta. Ma se diciamo ‘neve soffice’, ‘neve indurita’, ‘neve sciolta’, ’neve fresca’, ’neve sporca’ ecc., la nostra mente acquisisce delle sfumature sul concetto di neve che sono molto diverse da un termine generico. Ecco, questo è il senso di avere più parole per esprimere i concetti. Siccome il pensiero si nutre di parole, tante più ne abbiamo a disposizione tanto più il nostro pensiero sarà fine e approfondito;

3. leggere in modo attivo! Voglio ricordare che leggere è un’attività cognitiva quasi passiva. Solo un centesimo delle parole che leggiamo restano nella nostra mente. Invece è utile soffermarsi sulle parole che non conosciamo e sulle belle frasi e ripeterle a parole nostre. Quanto più facciamo questo esercizio tanto più ci approprieremo di nuove definizioni.

E adesso, quali 3 parole utilizzeresti per esprimere il tuo parere su questo articolo?

Prof. Giuseppe Alfredo Iannoccari - neuropsicologo, presidente di Assomensana, docente all'Università di Milano