Si avvicina il periodo delle vacanze, quindi cosa c’è di meglio che immaginare di partire per un viaggio entusiasmante?
Molti di voi potrebbero rispondere… farlo sul serio!
In effetti, il viaggio è un efficace aggancio per comprendere meglio la relazione tra cervello e spazio.
Immaginate ora di: ripercorrere con la mente l’itinerario che avete affrontato l’ultima volta che siete stati nella vostra città preferita; poi, procurandovi una cartina stradale della stessa città, disegnate un percorso alternativo che vi consenta di visitare luoghi che ancora non conoscete; infine, una volta arrivati lì fisicamente, iniziate a camminare per le vie del centro assicurandovi di non tralasciare nessun dettaglio.
Cosa è successo al cervello nell’esecuzione delle tre attività sopra citate?
Nel primo caso abbiamo attivato i circuiti neuronali deputati al funzionamento della cosiddetta memoria topografica, che risiedono principalmente nell’emisfero destro del cervello.
La memoria topografica, come dice il nome stesso, consente di creare delle mappe mentali di percorsi che specificano le relazioni spaziali di un luogo rispetto ad altri, trasformandole in indicazioni per muoversi nello spazio reale.
Nel secondo caso, invece, abbiamo favorito prevalentemente l’attivazione dei lobi frontali cerebrali impegnandoli in un compito di pianificazione visuo-spaziale. Riuscire, infatti, a tracciare un percorso in uno spazio bidimensionale (disegno di una cartina) ottimizzando la sequenza dei punti di interesse da visitare in modo da gestire efficacemente tempo ed energie è un compito appannaggio delle funzioni esecutive.
Questo tipo di abilità visuo-spaziale è alla base anche della cosiddetta prassia costruttiva, vale a dire l’insieme di competenze che permette di organizzare efficacemente stimoli di natura visiva ad esempio per realizzare la copia di un disegno complesso.
Quando, infine, ci muoviamo in un ambiente tridimensionale, attiviamo le abilità legate al vero e proprio orientamento spaziale che risiedono principalmente nei lobi temporali cerebrali, con particolare coinvolgimento dell’ippocampo.
L’insieme di queste abilità consente, ad esempio, di identificare dei punti di riferimento che fungono da guida per lo spostamento nello spazio circostante e di ottimizzare la messa in funzione di vere e proprie strategie spaziali che consentono di orientarsi anche in luoghi non familiari.
La complessità delle abilità visuo-spaziali costituisce un elemento rilevante nella progettazione degli esercizi di Ginnastica Mentale® che consentono, attraverso un’accurata scelta di stimoli e tipologia di esercizio da svolgere - esempio, pianificazione, memoria visuo-spaziale - di attivare e potenziare un’articolata rete neuronale.
Dott.ssa Nicoletta Porcu - psicologa, psicoterapeuta e Brain Trainer Assomensana a Lodi e Piacenza