“Son passati 20 anni, sembra ieri!”, “non ci vediamo da 40 anni, non sei cambiato affatto!” sono esclamazioni che ci è capitato di esprimere o che abbiamo sentire dire.
In questi commenti si celano due verità.
La prima è che ricordare quel fatto o quella persona risalenti a decenni prima è possibile solo grazie ad una buona memoria! A dispetto di ciò che pensiamo delle nostre abilità mnemoniche, avere ricordi così remoti indica che tutto sommato la memoria sta facendo un buon lavoro;
La seconda verità è che gli anni che passano non lasciano tracce indelebili e quindi sembra, come scrivevo nel redazionale, che le pagine del nostro diario siano quasi vuote.
Invece, a ben vedere, la vita trascorre e nel suo incedere porta con se eventi, incontri, fatti, pensieri, emozioni al pari di un fiume che scorrendo porta al mare materiali di ogni tipo.
Ma cosa è meglio: non avere traccia del tempo che passa o avere la sensazione che le giornate sono state vissute?
Se la risposta è “si” alla seconda opzione, allora sappi che si possono adottare due strategie:
- scrivere su un diario almeno le 5 cose più importanti della giornata;
- ripassare i fatti della giornata, la sera subito prima di addormentarsi.
365 pagine all’anno per 10, 20, 30 anni, quante pagine riempiremmo?
In questo modo la nostra memoria si giova di tanti ricordi e il tempo che passa ci lascia la sensazione che il diario della nostra vita sia più voluminoso.
Buona mente!
Prof. Giuseppe Alfredo Iannoccari - neuropsicologo, presidente di Assomensana, docente all'Università di Milano