Quante volte diciamo che dobbiamo motivarci a fare qualcosa, che ci manca la motivazione o che siamo molto motivati.
Ma cosa si intende per motivazione?
Si potrebbe descrivere come il processo psicologico che avvia, guida e mantiene i comportamenti mirati a raggiungere un obiettivo. Essa è lo stimolo, cosciente o meno, ad agire in una direzione per raggiungere obiettivo desiderato, sia esso di natura biologica che sociale.
Secondo Riello (2018) la motivazione è tutto ciò che dà scopo a un comportamento quando si sente il bisogno di cambiare, evolvere, analizzare aspetti della vita.
Un bisogno, in termini psicologici, è la percezione della mancanza di elementi che sentiamo necessari per il raggiungimento del nostro benessere.
Tuttavia, pare non basterebbe la sola spinta nella ricerca di questi elementi per ottenere la giusta motivazione ad agire, a causa della presenza immancabile di inconsapevolezza e pulsioni automatiche che spesso non hanno a che fare con uno stato di carenza.
Abraham Maslow elaborò una classificazione gerarchica della motivazione: si parte dai bisogni primari e fisiologici, come cibo, acqua, impulso sessuale, ecc., per poi giungere a quelli superiori ovvero stima, sicurezza, affetto, amore.
La motivazione è il motore che muove ogni essere vivente alla soddisfazione di un dato bisogno e da cui riesce a trarre gratificazione personale, partendo da quelli di base e man mano che questi vengono realizzati può aspirare a soddisfare quelli di ordine superiore.
Ad esempio, l’esigenza di stima e autorealizzazione, posizionati ai “piani alti” della piramide di Maslow, sono bisogni più sentiti dalle persone che hanno già soddisfatto i bisogni di base fisiologici (nutrizione, salute), di sicurezza e di appartenenza e hanno più tempo libero per aspirare a soddisfare i livelli più elevati.
La motivazione può essere intrinseca, quando è il soggetto che vuole raggiungere determinati obiettivi, come ad esempio avere una sicurezza economica e sociale, relazioni
affettive stabili, realizzarsi come persona.
Quando, invece, la motivazione è estrinseca, ossia non c’è coinvolgimento attivo ma ci si muove per un dover fare vengono a mancare il piacere e la soddisfazione e la spinta ad agire diventa faticosa, come spesso accade nelle attività professionali: si finisce per lavorare solo per lo stipendio o per compiacere il capo e i colleghi.
Bisognerebbe, in questi casi, avere la fortuna di trovare un leader che faccia leva sulla motivazione interiore più che su quella esteriore, che adotti le modalità comunicative più adeguate per coinvolgere le persone, spinga sulle emozioni positive, crei spirito di squadra e incoraggi all’autonomia e alla responsabilità, valorizzando la crescita personale e professionale dei dipendenti. È questo vale in ogni campo, anche familiare e sociale.
Ma non sempre le cose vanno come vorremmo. In tutto ciò che facciamo dobbiamo ricordare di essere noi leader di noi stessi.
Come fare a motivarci intrinsecamente?
- Incoraggiamoci con parole positive;
- immaginiamo come sarebbe la nostra vita se raggiungessimo quell’obiettivo;
- apprezziamo ogni risultato raggiunto, non darlo per scontato.
La nostra vita è nelle nostre mani, motiviamoci a renderla meravigliosa!
Dott.ssa Elena Mazzei, E-Learning Format Video Developer