Si è da poco conclusa la Settimana Mondiale del Cervello 2014 promossa in Italia dalla Sin, Società Italiana di Neurologia.
Sono stati sette giorni ricchi di iniziative, convegni scientifici, incontri divulgativi e visite guidate, che, dal 10 al 16 marzo, hanno portato all’attenzione un tema a noi molto caro: “cervello e memoria”.
La ricorrenza di quest’anno è stata dedicata, in particolare, ai disturbi mnesici che, con altissima frequenza, affliggono chi è colpito da malattie neurologiche.
Recenti studi scientifici hanno attestato che più di un terzo dei pazienti affetti da morbo di Parkinson o da Parkinsonismi soffre di perdita della memoria, in accompagnamento a significative carenze nelle funzioni attentive, nelle capacità di concentrazione e di gestione della propria vita quotidiana.
La perdita della memoria interessa con incidenza ancora più forte i soggetti colpita da epilessia, tanto che accusa di soffrirne ben la metà dei 500mila casi di patologia registrati in Italia.
Come non ricordare, infine, la progressiva alterazione della memoria che caratterizza i malati di Alzheimer e demenza senile: un milione e 200mila persone soltanto nel nostro Paese!
Disturbi che sono sintomatici di malattia, ma non solo.
La Settimana Mondiale del Cervello ha messo in rilievo anche un altro importante aspetto; i disturbi mnesici sono sempre più comuni e diffusi tra la popolazione. In Italia sono presenti nel 7% degli over 65 e nel 30% degli ultraottantenni.
Sono dati che fanno riflettere e che inducono una domanda: si possono contrastare queste carenze cognitive dovute all’avanzare dell’età? La risposta è affermativa!
Il primo aiuto in questo senso proviene dal nostro organismo e ha a che fare con il concetto di riserva cognitiva (RC), ovvero la capacità del nostro cervello di limitare le alterazioni strutturali e funzionali dovute all’invecchiamento, sia esso fisiologico o patologico. Si tratta di una riserva davvero preziosa, perché in grado di ritardare l’insorgenza di malattie degenerative legate all’età.
Ma anche noi possiamo fare la nostra parte!
Da anni, le evidenze scientifiche suggeriscono che, adottando uno stile di vita attivo e intellettualmente stimolante, possiamo mantenere il nostro cervello in forma a dispetto del tempo che passa.
Ben vengano, quindi, la lettura e lo studio, la conversazione impegnata, i giochi e gli esercizi di tipo linguistico, matematico o mnemonico, ma anche i programmi di stimolazione cognitiva specifici, come la Ginnastica Mentale®, che funzionano da vera e propria palestra per la nostra mente.