Se siamo o no degli esseri logici dipende dalla mole di informazioni che ci permettono di prendere una decisione.
Una storiella può aiutarci a capirlo.
In un villaggio viveva un pastore che di notte faceva la guardia alle pecore. Si divertiva a fare uno scherzo: di notte cominciava a gridare: "Al lupo, al lupo!" Così tutti si svegliavano e accorrevano per aiutarlo.
Questo scherzo continuò per parecchi giorni, finché una notte il lupo arrivò veramente. Il pastore cominciò a gridare: "Al lupo, al lupo!". Ma nessuno venne ad aiutarlo perché tutti pensarono che fosse il solito scherzo. Così il lupo si mangiò tutte le pecore.
(Esopo).
L'uomo quindi è un animale logico?
Spesso nella vita reale le informazioni che dobbiamo analizzare sono troppe o al contrario insufficienti a determinare regole precise sulle quali basare le nostre deduzioni; utilizziamo quindi delle strategie che non si fondano sulla logica ma sull'esperienza, le euristiche, procedure che ci aiutano a semplificare le operazioni che dobbiamo svolgere calcolando la probabilità degli eventi.
Nella vita reale, le euristiche sono strategie estremamente utili – spesso sono le uniche strategie utilizzabili - ma possono condurre a degli errori di valutazione grossolani.
Nella storia che abbiamo appena letto, la situazione in cui il pastore burlone grida per richiamare l'attenzione sul reale arrivo del lupo è del tutto simile a quella delle notti precedenti, quando le sue suppliche nascondevano una beffa: gli abitanti del villaggio hanno "imparato" a svantaggio del pastore che le richieste di soccorso non sono realmente associate a un pericolo, e quindi non accorrono - anche se è possibile che ci siano delle differenze minime, cioè è probabile che il pastore stia gridando con più energia o paura nella voce!