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Non ricordo una parola? Alt, lavori in corso


Non ricordo una parola? alt, lavori in corso

Capita di non ricordare un nome, un avvenimento, un volto, il titolo di un film o l’autore di un libro?
Nessuna preoccupazione, sono episodi comuni che capitano a tutti a tutte le età.

Le ragioni possono essere diverse, dipende anche dalla situazione in cui ci troviamo in quel momento.
Facciamo due esempi:

  1. vediamo una persona e non ci viene in mente il suo nome;
  2. stiamo facendo qualcosa e qualcuno ci interroga su una specifica informazione che non c’entra nulla con quanto stavamo facendo.

Adesso immaginiamo che tutte le informazioni siano depositate in diversi punti della rete costituita dai miliardi di neuroni che popolano il nostro cervello.

In ogni punto della corteccia, e anche al di sotto di essa, sono conservate milioni di informazioni (se una persona di età media dovesse scrivere tutto ciò che sa, riempirebbe circa 50 milioni di fogli A4!).

Per avere un’idea della complessità del lavoro che deve fare il cervello per recuperare una specifica informazione, paragoniamo ogni informazione ad un edificio presente in una enorme megalopoli.

Le informazioni - ossia gli edifici - sono collegati da milioni di km di strade - ossia reti neurali - che si intrecciano in tutto il cervello.
Informazioni pertinenti si trovano nello stesso ‘quartiere’, ossia nella stessa area cerebrale. Ad esempio, ‘mare’ e ‘spiaggia’ sono più vicine rispetto a ‘mare’ e ‘cartone’. Ciò significa che se devo cercare una parola, inizio a fare delle associazioni con quelle parole che sono più simili e vicine, per arrivare prima all’obiettivo.

Se sto ragionando su quel concetto (ad esempio stiamo rievocando i nomi dei cantanti degli anni ‘80), probabilmente recupererò più rapidamente il nome di un cantante che ascoltavo volentieri. Ma se sto pensando ad altro - in metafora, mi trovo in un altro ‘quartiere’ della città - (esempio, sto facendo i conti della spesa), la mia risposta farà fatica ad arrivare in un tempo congruo. Devo ‘attraversare tutta la città’ per arrivare in quel punto esatto.

Un altro caso è quando, pur trovandomi vicino alla parola, in quel momento il cervello sta ‘risistemando le strade’ (ogni tanto vengono ripassati i collegamenti tra le informazioni per consolidare i ricordi), allora si dovrà aspettare che terminino i lavori e si possa accedere all’informazione ricercata.

Un’informazione, quando viene registrata, può utilizzare più modalità per essere memorizzata. Ad esempio, se assaggio un nuovo cibo che chiameremo “bontent” (nome inventato), questo potrà essere memorizzato soltanto con la modalità uditiva, ossia per il fatto di aver sentito la parola bontent nella sua modalità verbale. Oppure, posso affidarmi alla modalità ‘visiva’, avendo letto quel nome sul menù.

In più, potrei ricordare che l’ingrediente tipico di quel cibo è la panna, e quindi notare che in entrambe le parole, bontent e panna ci sono due “N”. Ancora, potrei realizzare qualche manipolazione sul nome, dividendo ‘bon’ e ‘tent’, associandoli a ’buono’ e a ‘tento’ come tentare, magari costruendo una frase del tipo “è buono e tento di mangiarlo”.

Insieme a queste associazioni, posso aggiungere un’altra associazione con il luogo dove ho assaggiato questo piatto. Se sono fortunato, la località ha il nome che inizia con la ‘B’ e quindi abbino il cibo con il luogo grazie alla lettera iniziale.

Insomma, ogni elaborazione che faccio costituisce, ritornando alla metafora della città, una via di accesso in più a quell’informazione.

Quindi, se desidero recuperare un’informazione cercando di ricordare com’era scritto il nome del cibo, ma in quel momento la via ‘visiva’ è inaccessibile perchè il cervello sta effettuando dei lavori di ‘manutenzione’ in quell’area del ricordo visivo, non sarà possibile ricordare il nome del cibo. So di sapere la parola, ma non riesco a ricordarla.

Ma, se nella fase di apprendimento dell’informazione ho realizzato altre associazioni ed elaborazioni, queste mi permetteranno di percorrere altre vie di accesso a quell’informazione, utilizzando ad esempio la modalità ’verbale’ (il suono della parola) o l’iniziale della parola ‘B’ associata anche al luogo oppure la frase che avevo costruito con le due parti bon+tent della parola.

In sintesi, quando si memorizza un’informazione è importante dedicare un minuto per creare qualche associazione in più che ci servirà successivamente per recuperare la parola.

Non è tempo sprecato, è tempo investito bene.
Il cervello continuerà a lavorare e noi otterremo ciò che volevamo.


28/11/2021 10:53:43

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