Gli effetti del caldo sulla mente
E’ arrivata l’estate, puntuale, come ogni anno, nonostante nel mese di maggio le temperature più basse del solito e i cambiamenti climatici in atto ci hanno fatto sperare che questa avrebbe potuto essere un’estate dai toni più miti.
E invece no, la colonnina del mercurio sentenzia che la bella stagione ha preso pieno vigore e si ripropone in tutta la sua forza.
Il caldo è piacevole se siamo in riva al mare o su un prato in montagna, ma per chi lavora o è lontano da questi posti di ristoro le cose sono ben diverse.
A parte le copiose sudate, a risentirne è soprattutto il cervello e, di conseguenza, le prestazioni mentali. Infatti, quando le temperature salgono si verificano 3 condizioni che incidono sull’efficienza mentale, pesantemente:
- il caldo dilata l’aria e rende più rarefatto l’ossigeno, fondamentale per il lavoro che deve svolgere il cervello;
- l’organismo consuma più energia per contrastare la calura, che sottrae al lavoro del cervello;
- il cambiamento di pressione atmosferica altera il flusso sanguigno nel sistema cerebrovascolare e dilata i vasi sanguigni, affaticando il cervello.
Ne consegue che i ritmi rallentano, la concentrazione latita e la lucidità mentale si da alla macchia.
Il tutto in un quadro cognitivo che sembrerebbe incarnare il 7° peccato capitale, l’accidia: indifferenza, insolenza, pigrizia, negligenza, disinteresse.
Se è vero che d’estate si tende a commettere più peccati, tuttavia l’accidia potrebbe essere più simile a un “sintomo” che a un peccato.
(tratto dall’intervista di Nicoletta Carbone al prof. Giuseppe Alfredo Iannoccari
nel programma “Obiettivo Salute” di Radio 24, in onda il 24.06. 2021)
18/07/2021 11:54:12