Il flow: attivazione e risultato

Sei elettrizzato al pensiero di un imminente viaggio o in ansia per un colloquio che dovrai sostenere, oppure hai la motivazione talmente bassa che ti sembra di camminare con una palla di piombo attaccata al piede?

Qualcosa non ti sta facendo carburare come dovresti e ti rendi conto che il tuo stato di attivazione non è ai livelli che speravi per un ottenere un buon risultato.

Iniziamo a dire che ogni giorno, anzi ogni minuto nell’arco della giornata, è diverso dall’altro.

Questo stato energetico mutevole nell’organismo prende il nome di arousal - termine inglese difficilmente traducibile (letteralmente “risveglio” o meglio “vigilanza”) - dal quale dipende l’attivazione della corteccia cerebrale per mantenere uno stato di vigilanza idoneo alla ricezione ed elaborazione degli stimoli.

La vigilanza o attivazione risulta essere il fattore determinante nell’efficienza di un individuo nei compiti che deve affrontare quotidianamente, per i quali deve essere focalizzato e reattivo per risolvere problemi, raggiungere gli obiettivi, condurre una routine gratificante e produttiva ecc.

La teoria dell'arousal presuppone che il livello di attivazione vari lungo un continuum che va dal sonno (ipo-attivazione o ipoarousal) all'eccitazione diffusa (iperattivazione o iper-arousal) e che per uno stato ottimale di prestazione psico-fisica il livello di attivazione dovrebbe trovarsi nel mezzo tra i due estremi.

Alla base di un buon funzionamento psico-fisico vi è quindi questa modulazione dell’energia, dettata da fattori biologici, dalla predisposizione genetica, ma anche da un apprendimento nella gestione delle nostre risorse ed emozioni, attraverso una serie di condizioni come l’alimentazione, l’attività motoria e le strategie cognitive ed emotive che utilizziamo nelle diverse situazioni.

Secondo la legge Yerkes Dodson l’eccitazione e il rendimento in un compito sono direttamente correlati.

Il risultato migliore si ottiene quando si riesce a raggiungere il cosiddetto stato di flow: è quella condizione in cui il soggetto risulta avere una buona energia, un tono muscolare adeguato, è focalizzato e senza sbalzi emotivi, ha memoria e attenzione efficienti.

In questa condizione, il tempo scorre senza accorgersene, mente & corpo sono allineati in questo flusso di “stasi dinamica”, in cui tutti i tasselli sembrano essere al posto giusto per una prestazione precisa e puntuale, impregnata da un generale senso di benessere in cui si sente di avere il controllo delle proprie azioni senza lasciarsi sopraffare da stati emotivi negativi o stanchezza psico-fisica.

Come fare per raggiungere lo stato di flow?

Ecco 5 suggerimenti:

1. illuminazione ambientale: una corretta illuminazione non è solo associata alla necessità di vederci chiaro, ma crea anche suggestione. Infatti, pensiamo a come reagiamo davanti a un cielo grigio e nuvoloso e come invece percepiamo una bella giornata di sole;
2. caffeina: studi scientifici hanno dimostrato che la caffeina, assunta nelle giuste dosi (4-5 al dì), può migliorare l’umore, l’attività psicomotoria, provocare dilatazione delle coronarie e spazzare via quella patina opaca che sentiamo formarsi nel nostro cervello e che ci impedisce di “vederci chiaro”;
3. gestire il tempo: per quanto possiamo essere allenati a mantenere salda la concentrazione, la nostra mente ha bisogno di alternare attività di focus cognitivo ad altre più creative, consentendo di attivare altre aree cerebrali per lasciare riposare quelle utilizzate fino a quel momento;
4. attività fisica: per ossigenare il cervello è fondamentale dedicarsi ad attività aerobica e stretching, rilassando i muscoli e migliorando così la circolazione sanguigna dell’intero organismo, cervello compreso;
5. riposo: abbandoniamoci ogni tanto al giusto riposo con ore di sonno in più e di mind wandering, (vagabondaggio mentale) consentendo al cervello di fare ordine tra le idee per ripartire alla grande con un’altra serie di prestazioni “ad alto stato di flow”.

Dott.ssa Elena Mazzei, E-Learning Format Video Developer