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Siamo costruttori di ponti o di muri?


Siamo costruttori di ponti o di muri?

Tutti conosciamo il potere evocativo delle parole e gli effetti che questo ha sulla nostra immaginazione e sul nostro stato emotivo.

Se stessimo partecipando ad un brain-storming, probabilmente le libere associazioni legate alla parola “muro” richiamerebbero significati come “barriera”, “ostacolo”, “solidità”, mentre quelle riferite alla parola “ponte” potrebbero far pensare a “collegamento”, “unione”, “comunicazione”.

Ora proviamo a fare lo stesso esercizio pensando alla parola “genetica”: cosa viene in mente?

Generalmente, si pensa che il patrimonio genetico con cui nasciamo sia un corredo immutabile, destinato a manifestarsi in un modo programmato e specifico.

In effetti, per alcune caratteristiche (es. colore degli occhi) questa considerazione è valida, ma l’espressione dei geni non è del tutto refrattaria ai cambiamenti.

Le esperienze che viviamo, soprattutto se prolungate, possono influire sui geni, come ci insegna l’epigenetica.

Per comprenderne il senso possiamo immaginare i geni come delle lettere che abbiamo in dotazione (es: A – R – M – O) e l’epigenetica come il meccanismo che dispone le lettere in funzione dello stile di vita e dell’ambiente (per cui potrei disporle come ROMA o AMOR o MORA ecc).

Questi cambiamenti avvengono ad un livello microscopico, addirittura più piccolo delle stesse cellule, ma fondamentale per mantenere e potenziare il benessere dell’intero organismo, cervello incluso.

Grazie ai più recenti studi delle neuroscienze e ai contributi di discipline integrate come PNEI (Psico-Neuro Endocrino-Immunologia), si sta sviluppando una visione più articolata dell’architettura cerebrale che include connessioni con l’intero organismo (chiamata connettoma).

A ciò si aggiunge che il cervello possiede la capacità di contrastare i fattori nocivi limitandone gli effetti in virtù della riserva cognitiva, ossia la quantità di “salute” che è stata accumulata durante la vita.

Sulla scia di queste considerazioni, la stimolazione cognitiva sul lungo periodo può apportare cambiamenti benefici a livello cellulare (epigenetica), migliorando e potenziando il benessere delle connessioni di tutto l’organismo (connettoma) e aumentando le risorse per fronteggiare con successo i cambiamenti fisiologici legati all’invecchiamento (riserva cognitiva).

Se, dunque, potessimo mettere al microscopio la Ginnastica Mentale® potremmo osservarne i suoi benefici ad un livello molto più profondo di quanto immaginiamo.

Dott.ssa Nicoletta Porcu - psicologa, psicoterapeuta e Brain Trainer Assomensana a Lodi e Piacenza


08/09/2024 10:03:21