Leggi come se ci fosse un dopodomani
Ricordo un’anziana docente dell’Università di Torino che diceva “se solo ricordassi il 10% di ciò che ho letto nella mia vita sarei un mostro di conoscenze!”.
All’epoca non capivo cosa volesse dire, tutto sommato leggevo, studiavo e ricordavo ciò che apprendevo. Ma oggi mi riconosco in quelle parole, la frustrazione che sento anch’io quando non ricordo i contenuti delle migliaia di pagine che ho letto nel corso della mia vita.
Sono d’accordo con chi obietta che la lettura non serve necessariamente a ricordare tutto ma per affinare i processi di pensiero e il modo di interpretare il mondo, fornire più punti di vista e arricchire il linguaggio utile ad esprimere concetti.
A ciò si aggiunga quanto ho più volte ripetuto nei miei scritti, ossia che la lettura è un’attività cognitiva “quasi passiva” poiché rientra nel campo del linguaggio (comprensione) e non della memoria.
Quando leggiamo il cervello è impegnato principalmente a decodificare i segni grafici e a capire il contenuto per farsi un’idea delle informazioni.
Ricorderemo dove abbiamo letto la notizia, ma del contenuto sarà rimasto ben poco.
Vietato rassegnarsi, bisogna mantenere impegnato il nostro cervello per non preoccuparcene in futuro.
Gli esperti raccomandano di leggere, scrivere, svolgere compiti di ragionamento tra cui risolvere dei quiz, rebus e comporre puzzle. Ma non solo. Stare con gli altri è la prevenzione migliore a portata di mano, parola del prof. Eric Kandel, premio Nobel per la medicina nel 2000.
Insomma, ci sono tante regole, tanti consigli, moltissime strategie.
Ma la prima, la più importante è apprendere sempre qualcosa di nuovo. A qualsiasi età. E’ questo l’esercizio migliore che possiamo far fare alla nostra mente.
Oggigiorno, abbiamo un’opportunità enorme di accedere alle informazioni rispetto al passato e fortunatamente siamo molto più istruiti rispetto ai nostri progenitori di un secolo fa.
Possiamo trovare qualsiasi informazione su qualsiasi argomento in libreria, in edicola, su Internet, telefonando ai nostri amici che vivono in altri angoli del mondo. Insomma, non ci sono limiti all’accesso alle conoscenze, l’unico limite è dato dal recupero delle informazioni.
Quindi, se desideriamo ricordare ciò che leggiamo dobbiamo adottare queste semplici ma efficaci strategie:
1. “leggere attivamente”, non limitarsi alla sola comprensione del testo, ma leggere commentando mentalmente ciò che c’è scritto, ponendosi domande alle quali cercare le risposte nel testo. Le domande sono un modo potente di attivare il cervello e acquisire meglio le informazioni;
2. “leggere per spiegare”, mentre leggiamo immaginiamo che al termine dovremo spiegare a qualcuno ciò che abbiamo letto. Questa idea di dover ripetere l’argomento ci sgancia dalla mera decodifica del testo e avvia una modalità di lettura più attiva e coinvolgente;
3. “ripetere e riassumere”, l’errore più comune che la maggior parte delle persone fa dopo aver letto qualcosa è fare altro subito dopo, aumentando le probabilità di dimenticare quanto letto. Invece, è importante dedicare 1-2 minuti per ripetere almeno 5 punti salienti di ciò che si è letto, così costruiremo una “scheda mentale” del fatto e ricorderemo più a lungo quanto appreso;
4. “condividere per non dimenticare”, quando leggiamo abbiamo l’impressione di aver capito e memorizzato il testo. In realtà l’abbiamo capito ma ricorderemo ben poco. Ripetere ad altre persone, invece, consente di riorganizzare le idee per comunicarle in modo chiaro, circostanza che permette alla memoria di costruire una traccia più duratura della notizia.
Quale sarà il 5° punto?
Semplice: voler mettere in pratica i primi quattro.
Sì esatto, si tratta solo di volerlo fare, per ricordare bene ciò che abbiamo letto, perché no, anche dopodomani.
Prof. Giuseppe Alfredo Iannoccari - neuropsicologo, presidente di Assomensana, docente all'Università di Milano
21/07/2024 13:59:10