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Tigri, stress e rimedi


Tigri, stress e rimedi

Vi siete mai chiesti cosa succederebbe nel nostro cervello se, mentre passeggiamo per strada, ci si parasse di fronte una tigre?

Immediatamente il nostro organismo si preparerebbe alla reazione più istintiva: garantire la sopravvivenza, attivando una serie di circuiti neuronali legati al cosiddetto meccanismo “attacco-fuga”.

Tra i centri nervosi coinvolti, per esempio, si attiverebbe il cosiddetto “sistema limbico” a cui appartiene l’amigdala, struttura indispensabile nell’elaborazione delle emozioni; e l’insula, che raccoglie dati percettivi e sensoriali in una sorta di “mappa corporea”, in grado di riconoscere il pericolo e attivare l’organismo per passare all’azione (alcune cellule, dette “fusiformi”, si attivano per prendere rapide decisioni in situazioni emotivamente destabilizzanti).

Tutte queste informazioni vengono poi trasmesse ai centri superiori di valutazione e analisi, le cortecce prefrontale e orbito-frontale (posizionate all’altezza della fronte), che valutano le circostanze e le conseguenze delle reazioni adottate.

Tuttavia, mentre per i nostri antenati il pericolo (sopravvivere alla tigre) poteva essere reale e, una volta superato lo stress, il sistema corpo-mente ritornava in uno stato di equilibrio, oggi le minacce sono minime ma continue e costanti.

Il risultato spesso è lo sviluppo di una condizione di stress cronico per cui, anche se non ne abbiamo l’impressione, il sistema di allerta rimane in funzione più a lungo del dovuto.

Questo può avere conseguenze sia sul piano fisico (indebolimento del sistema immunitario) sia mentale (i neuroni comunicano più faticosamente e il cervello perde plasticità) con l’effetto di percepire una minor efficienza personale.

Che fare dunque?

Una possibile risposta viene dalla Ginnastica Mentale® di Assomensana. L’impegno in esercizi nuovi, diversificati e stimolanti fa aumentare la cosiddetta “riserva cognitiva”, un bagaglio di conoscenze che consente di affrontare con successo eventuali eventi avversi.

Anche il modo in cui si svolge la GM è un aspetto peculiare, vale a dire in gruppo. Prendendo in prestito la definizione del neuropsicologo John Arden, il nostro “cervello sociale”, di cui proprio l’amigdala e l’insula sono parti importanti, trae beneficio dallo stare insieme ad altri.

Tutte queste condizioni permettono di allenare ed aumentare la resilienza e, di conseguenza, essere più pronti mentalmente ad affrontare anche periodi stressanti con maggior consapevolezza e lucidità.

Dott.ssa Nicoletta Porcu - psicologa, psicoterapeuta e Brain Trainer Assomensana a Lodi e Piacenza


16/06/2024 09:58:51