Energia : gruppo = armonia : orchestra
Se il titolo fosse un’operazione algebrica la classificheremmo come “proporzione” e potremmo tradurla in “l’energia sta al gruppo, come l’armonia all’orchestra”.
Ma cosa significa?
Il famoso psicologo sociale Kurt Lewin, a proposito della teoria sociale dei gruppi, sosteneva che “il tutto è qualcosa di più e di differente rispetto alla semplice somma delle parti”.
Ciò significa che non basta la numerosità a definire ‘gruppo’ un dato insieme di persone, piuttosto occorre tener conto del valore aggiunto che quell’insieme crea e produce e che è risultante dalle relazioni tra le caratteristiche delle persone coinvolte.
Ecco perché quando si crea davvero un gruppo, l’assenza di una persona piuttosto che l’ingresso di un nuovo partecipante possono rappresentare a tutti gli effetti fattori di cambiamento e perturbamento, positivo o negativo.
Domanda: si potrebbe forse parlare di ‘energia’ trasmessa dalla creazione dei legami tra quelle persone, che rende ogni gruppo diverso da un altro, ogni dinamica interpersonale differente al variare degli attori coinvolti?
Proprio come l’energia che ci arriva da un brano musicale è diversa a seconda dell’affiatamento tra i componenti dell’orchestra.
Lo psicologo Carl Rogers definisce “tendenza attualizzante” la spinta di ogni individuo verso la realizzazione di sé che include ad esempio la capacità di adattarsi e fronteggiare situazioni ritenute complesse, la cura della propria salute e la crescita personale.
Tale spinta si può applicare anche all’interno di un gruppo affiatato e si traduce nella motivazione, condivisa, a raggiungere un obiettivo comune che consiste nel poter esprimere al meglio le proprie potenzialità.
Così, il “gruppo di Ginnastica Mentale®” è un’entità che va ben oltre la mera presenza di un insieme di persone impegnate a svolgere esercizi cognitivi. Piuttosto, diventa un luogo di condivisione e crescita che si apre alla possibilità di creare scambi comunicativi ed emotivi efficaci che, come dimostrano alcuni recenti studi (Charles e Carstensen, 2010) sembrano rappresentare un fattore protettivo rispetto alla qualità dell’invecchiamento mentale.
Infatti, le persone che sentono di aver costruito una buona rete relazionale sembrano mantenere in modo più duraturo la percezione del senso della propria vita e di essere in grado di affrontare più efficacemente anche le situazioni stressanti.
Dott.ssa Nicoletta Porcu - psicologa, psicoterapeuta e Brain Trainer Assomensana a Lodi e Piacenza
05/05/2024 11:52:36