Smartphone sotto l’ombrellone? no, grazie
Smartphone, croce e delizia dei giorni nostri!
Quante volte si consulta lo smartphone a discapito delle relazioni con la famiglia, il partner, i figli e gli amici?
La Dr.ssa Nancy Etcoff dell’Università di Harvard e psicologa presso il dipartimento di psichiatria del Massachusetts General Hospital, in collaborazione con Motorola, ha analizzato il modo in cui persone utilizzano il cellulare e l’impatto che ha sulle relazioni con se stessi, con le persone e con l’ambiente.
Si sta confermando la tendenza a dare priorità al telefono rispetto alle relazioni con gli altri, soprattutto per le generazioni più giovani che sono cresciute in un mondo digitale:
- il 33% degli intervistati considera più importante il proprio telefono rispetto al relazionarsi con le persone care con cui trascorrere del tempo;
- il 53% appartenenti alla Gen Z (dai 6 ai 23 anni circa) descrive il proprio telefono come “il miglior amico”.
Lo studio ha anche individuato tre schemi di comportamento problematici associati all’utilizzo dello smartphone che impattano sulla relazione con noi stessi e con gli altri:
- Controllo compulsivo: il 49% del campione afferma di controllare il proprio device più frequentemente di quanto vorrebbe e di sentirsi quasi costretto a farlo. Quasi tutti controllano lo smartphone nei primi 15 minuti dalla sveglia del mattino.
- Eccessivo tempo sul telefono: il 35% afferma di trascorrere troppo tempo sul proprio smartphone (44% nel caso della Gen Z) e ritiene che potrebbe essere più felice se riuscisse a ridurlo.
- Iperdipendenza emotiva: il 65% ammette di “andare nel panico” al pensiero di smarrire il proprio smartphone (circa 3 persone su 4 nel caso di Gen Z e Millennials).
L’uso del cellulare riduce il campo mentale necessario al pensiero, irrigidisce la creatività e la flessibilità cognitiva.
Se questa è la situazione, bisogna correre ai riparti prima che sia troppo tardi!
Quale migliore occasione delle vacanze estive per disintossicarsi e ristabilire un contatto vero col mondo che ci circonda (e con noi stessi)?
Quando ci troveremo sotto l’ombrellone, seduti ad un tavolino, a passeggio per le vie, mettiamo lo smartphone dove non possiamo raggiungerlo facilmente e fissiamoci dei momenti della giornata in cui consultarlo. Nel restante tempo, parliamo con la gente, guardiamoci intorno e ascoltiamo i nostri pensieri!
Prof. Giuseppe Alfredo Iannoccari - neuropsicologo, presidente di Assomensana, docente all'Università di Milano
01/07/2023 11:49:50