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L'attività fisica aiuta a ritardare l'alzheimer


L'attività fisica aiuta a ritardare l'alzheimer

MILANO - Essere magri rallenta la minaccia Alzheimer. Lo dice uno studio americano pubblicato sul Journal of Neurology e condotto su 121 persone sopra i 60 anni, la metà dei quali malati a uno stadio iniziale.

Ebbene, quelli malati e in sovrappeso hanno subito danni al cervello quattro volte peggiori rispetto a quelli in perfetta forma. Secondo gli autori della ricerca, l'esercizio fisico può dunque contrastare lo sviluppo della malattia: del resto e' noto che l'attività fisica accresce l'afflusso di sangue al cervello e dunque anche di ossigeno e nutrimenti. (Agr)

Già il 20 ottobre del 2007, La Gazzetta dello Sport - ebbene sì, avete letto bene - pubblicava un interessante articolo su sport e prevenzione del decadimento cerebrale evidenziando la ricerca di Raffaella Molteni, ricercatrice dell'Università Statale di Milano che ha dimostrato come l'attività fisica garantisca più alti fattori di crescita neuronale (una proteina chiamata neurotrofina) nel midollo e nei muscoli scheletrici.

Secondo Alberto Oliviero, neurobiologo docente di Scienze Biologiche alla Sapienza di Roma, grazie alla produzione di questa proteina, l'attività fisica contribuisce a prevenire adeguatamente il declino legato all'invecchiamento. Ma non è soltanto l'attività fisica da palestra o outdoor che favorisce più alti valori di neurotrofina. Secondo l'esperto, paradossalmente, anche il movimento che si attua eseguendo un videogioco può aiutare a prevenire il declino cognitivo.


21/03/2010 00:00:37