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C’è sempre spazio per il dolce


C’è sempre spazio per il dolce

Cena con amici: antipasto, primo, secondo, contorno e vino in abbondanza.

Alla fine abbiamo lo stomaco che grida “aiuto!” (la quantità di cibo che lo stomaco può contenere è meno di un panino farcito, oltre a ciò le pareti dello stomaco si devono dilatare per fare spazio ad altro).

Abbiamo mangiato troppo ma, alla proposta di concludere con una fetta di torta o un dolce della casa, la risposta corale è “Si!”

Ma com’è possibile che, completamente sazi, alla proposta di un dolce troviamo ancora lo ’spazio’ per farcelo stare?

Per spiegare questo apparente paradosso ci hanno provato Barbara Rolls e i ricercatori della Pennsylvania State University (sulla base di precedenti studi condotti da Jacques Le Magnen).

Gli studiosi proposero a dei volontari 8 diversi tipi di alimenti. Quello preferito fu dato a pranzo in grande quantità.

Quando fu riproposta nuovamente la lista degli 8 alimenti, il gradimento per quello mangiato a pranzo era calato notevolmente rispetto agli altri 7!

Gli studiosi spiegarono questo fenomeno con il meccanismo definito “sazietà sensoriale specifica”, un limite che il nostro corpo, evolvendosi, ha imparato ad imporre all’appetito per impedirci di mangiare continuamente gli stessi cibi.

Il declino del piacere per una pietanza è specifico per un alimento e di altri simili che abbiamo mangiato, mentre un alimento con caratteristiche differenti attira di nuovo la nostra attenzione.

In aggiunta, il cibo diventa meno gustoso andando avanti con il pasto, motivo per il quale non mangiamo due primi e il secondo piatto contiene cibo completamente diverso e in minore quantità rispetto al primo piatto.

Ecco perché il dolce trova sempre un posticino a fine pasto: inganna il meccanismo di sazietà perché è completamente diverso dai cibi precedenti ed è in minor quantità.

Ma attenzione alla varietà del dolce: gusti diversi di gelato ci fanno mangiare di più rispetto ad avere un gusto soltanto.

E occhio ai buffet: la grande varietà di cibo ci fa prendere molto di più di quanto ci serve.

Insomma, il risultato di questo meccanismo di “sazietà sensoriale specifico” è spingerci ad adottare una dieta più varia e salutare, assumendo alimenti con diverse proprietà nutrizionali. Dolce compreso!

(Tratto da un articolo di Roberto Mammì su Focus)

Prof. Giuseppe Alfredo Iannoccari - neuropsicologo, presidente di Assomensana, docente all'Università di Milano


24/03/2024 11:21:58