Attenzione ai cibi
Esiste una relazione tra l’attenzione e il cibo?
La risposta sembra essere affermativa.
Il cibo influenza le prestazioni dell’attenzione e alcuni alimenti possono incrementare o ridurre le performance cognitive.
Tale interazione è bidirezionale: anche l’attenzione può influenzare le scelte nutritive e condurre il consumatore a porre maggiore attenzione, ad esempio, sui valori nutrizionali di determinati prodotti.
Uno studio di Kanarek e Swinney ha rivelato come la merenda nel pomeriggio può migliorare le prestazioni di almeno 4 abilità:
- le prestazioni della memoria a breve termine,
- la lettura,
- l’attenzione e
- la risoluzione di problemi matematici.
Ma le merende non sono tutte uguali.
Nello studio i soggetti sono stati divisi in due gruppi: uno consumava snack calorici come merendine o bibite caloriche, mentre l’altro consumava snack con pochissime calorie, come yogurt alla frutta o bibite senza caffeina.
Coloro che avevano mangiato snack calorici erano più veloci degli altri nei compiti di attenzione.
Mentre il gruppo che aveva consumato snack con poche calorie era più efficienti nei compiti matematici.
Non solo, ma chi aveva mangiato lo snack calorico aveva una prestazione peggiore del normale in questo tipo di compiti.
E’ suggestivo rilevare come un banale spuntino pomeridiano, al quale si attribuisce poca importanza rispetto ai pasti principali, possa migliorare o boicottare le prestazioni mentali nelle ore successive all’assunzione.
Ma l’alimentazione ha un effetto anche a lungo termine.
Uno studio di Raji ha dimostrato come l’indice di massa corporea, i livelli di insulina e il diabete di tipo 2 siano correlati con l’atrofia delle regioni frontali del cervello coinvolte nei processi di monitoraggio dell’attenzione, creando problemi nello svolgimento di compiti cognitivi.
D.ssa Arianna Sartiano Psicologa a Milano
03/01/2022 10:14:07